Produrre e vendere cibi fatti in casa si può! Cominciamo subito col chiarire che dal 2004 in virtù del regolamento comunitario 852 (applicabile in tutti gli Stati membri in automatico) è possibile produrre e vendere cibi fatti in casa. Ovviamente seguendo determinate linee guida per garantire il rispetto delle leggi sull’igiene e la sicurezza alimentare. Ancora oggi qualcuno storce il naso quando sente parlare di produzione e vendita di cibi fatti in casa. Ma se si fanno le cose in regola e per bene vi posso assicurare che non c’è niente di male e nessuna differenza con un laboratorio non in casa, anzi…

Ma cominciamo dall’inizio: nel 2004 decisi di informarmi su questa possibilità che mi avrebbe consentito di trovare un’occupazione che mi permettesse di dare sfogo alla mia passione per la cucina e al contempo di occuparmi della mia famiglia. All’inizio mi sono scontrata, com’era prevedibile, con il fatto che le stesse istituzioni non erano al corrente di questa possibilità. La mia laurea in Giurisprudenza mi ha aiutato a reperire tutta la documentazione di cui necessitavo per informare le istituzioni sul fatto che produrre e vendere cibi fatti in casa fosse possibile. Ho avuto l’enorme fortuna di imbattermi in un dirigente della Asl della mia città aperto, disponibile e gentilissimo nel darmi tutto l’appoggio che mi serviva. Una volta appurato che si poteva fare rimaneva da capire come farlo. Ma per una serie di motivi accantonai il discorso per un bel pò di tempo. In effetti passarono parecchi anni e solo nel 2018 sono tornata ad occuparmi della cosa. La situazione familiare era cambiata. Da madre separata con una bimba piccola ho avuto necessità di trovare un’occupazione che mi permettesse di lavorare a casa per occuparmi anche di mia figlia. Premesso che non si diventa ricchi, soprattutto se si punta sulla qualità come faccio io, sicuramente è un modo per avere delle piccole entrate facendo qualcosa che mi piace da morire e che comunque facevo già per parenti ed amici: cucinare. Quindi se anche voi volete provarci datevi da fare. Non sarà facile, non sarà veloce ma se avete il coraggio di affrontare la burocrazia e sfidare chi vi dirà che non ce la farete mai e chi proverà a mettervi il bastone fra le ruote, ci riuscirete e ne sarete orgogliose. Vi dico i passi che ho fatto io sperando che possa tornarvi utile. Attualmente in Italia ci sono una trentina di attività di questo tipo. In Sardegna solo una al momento, la mia. Troppo poche per il potenziale che questa attività potrebbe avere.

Io mi sono mossa in questo modo:

  1. Sono andata per prima cosa alla Asl della mia città (Cagliari) portandomi dietro il regolamento comunitario 852/2004, una planimetria della casa e un elenco delle microimprese domestiche che sono nate in questi anni. Ho parlato direttamente con il dirigente (che già si ricordava di me e di quando ero andata anni prima). Ho chiesto se c’erano linee guida da seguire come in altre Regioni. La Sardegna non ne ha ancora emanato, quindi  premesso che le Regioni non possono comunque emanare linee guida che limitino quanto scritto nel regolamento, tendenzialmente ci si rifà alle linee guida delle Regioni che vi hanno già provveduto e al buon senso. In linea di massima i suggerimenti datemi sono stati (ma ribadisco che ogni Regione e a se e che bisogna chiedere alla propria Asl come ci si deve comportare):
    • si può utilizzare la propria cucina senza bisogno di costruirne una seconda. Il Regolamento parla chiaro: si possono produrre e vendere cibi fatti nella cucina della propria abitazione. Non si parla di seconda cucina quindi le Regioni non possono restringere questa disposizione superiore. Ovviamente la cucina deve essere messa a norma. Vediamo come al successivo punto.
    • Bisogna dotarsi di un secondo frigorifero e di un secondo freezer, diversi da quelli usati per la famiglia. Quindi frigo/freezer dedicati all’attività, dotati di termometro che misuri la temperatura. Bisogna avere superfici lavabili, facilmente igienizzabili, possibilmente bianche e lisce. Occorre dipingere i muri con vernice per laboratori alimentari. Occorre dotare tutte le finestre di zanzariere. Occorre una cappa aspirante. Occorrono pensili o basi dedicati dove mettere gli ingredienti, gli attrezzi, stoviglie e utensili usati per l’attività. Io ho aggiunto un abbattitore perchè mi serviva per vari motivi ma è fortemente auspicabile. Deve esserci un bagno per l’attività (dotato di sanitari e doccia) e antibagno con un posto dove riporre gli abiti da lavoro (grembiule ecc.) (io ho usato una cassetta) e un lavabo dotato di rubinetto che possa essere azionato a gomito, o ad infrarossi o a pedale.
  2. Ho fatto un corso HACCP e preso il relativo attestato (che va rinnovato ogni tot di anni).
  3. Ho elaborato un manuale di autocontrollo HACCP che poi ho stampato e che tengo sempre nella cucina (la sicurezza alimentare è fondamentale e non pensate che perchè lavorate a casa lontanto da occhi indiscreti possiate fare quello che volete).
  4. Ho aperto la partita iva e ho inoltrato domanda di apertura attività al SUAP che mi ha richiesto la presentazione di una serie di documenti (per esempio l’abitabilità della casa, vari certificati come quello energetico ecc.)
  5. Mi sono iscritta all’INPS regime forfettario (ma potete decidere voi quale regime seguire) che mi da uno sconto sul pagamento totale e sulle tasse ma non mi da diritto a scaricare le spese.
  6. Sto seguendo la normativa sull’etichettatura dei prodotti alimentari e sulla tracciabilità.

Tutto qui (si fa per dire). Dal momento che aprivo la p.iva per questa microimpresa domestica ho deciso di associarci l’attività di Home Restaurant. Quindi con la stessa partita iva svolgo due attività parallele. Per l’Home Restaurant mi hanno chiesto anche la licenza per la somministrazione di cibi e bevande che si può prendere frequentando il corso SAB o trovando una persona che funga da preposto e che abbia questi requisiti. Per fare tutte queste pratiche potete tranquillamente farle da soli se avete tempo e voglia, o rivolgervi direttamente ad un serio commercialista e ad un ingegnere (per le pratiche al suap).

Per ogni altro chiarimento scrivetemi pure qui sotto nei commenti del post. Non mandatemi messaggi privati, risponderò solo a domande scritte qui sotto perchè le risposte servono a tutti e in questo modo evito anche di scrivere 100 volte la stessa cosa. Spero di esservi stata utile e buona fortuna <3